Il nucleo spirituale del nostro ministero contro la tratta di esseri umani (AT) è incentrato su contatti autentici con gli individui, riconoscendo sempre che ogni persona è creata a immagine di Dio e merita di essere guardata, ascoltata e amata. Costruire relazioni sia con credenti che con non credenti è fondamentale nel nostro lavoro.
Dina, un membro del team, racconta come lo vive nella vita quotidiana.
Uno stile di vita.
Una visione biblica della giustizia ci insegna a stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato in base a quello che ha stabilito Dio. È uno stile di vita che adotta la somiglianza con Cristo rispetto al modo in cui vediamo il mondo e serviamo le persone.
La giustizia sociale è un’estensione dell’amore e dell’opera di Dio nel proteggere e difendere coloro che non possono difendersi
Giustizia, secondo la Bibbia e nel contesto del anti-tratta, significa ricevere ciò che ti è dovuto in quanto essere umano creato a immagine di Dio.
Valorizzare ogni persona
Il nucleo spirituale del nostro ministero contro la tratta di esseri umani (AT) è incentrato su contatti autentici con gli individui, riconoscendo sempre che ogni persona è creata a immagine di Dio e merita di essere guardata, ascoltata e amata. Costruire relazioni sia con credenti che con non credenti è fondamentale nel nostro lavoro.
Essendo stata coinvolta nel ministero dell’Anti Tratta per diversi anni, ho sentito un crescente senso di giustizia, in senso biblico, mentre assistevo al terribile sfruttamento che l’umanità subisce in varie forme. Questo crescente senso di giustizia - piantato da Dio - mi costringe ad agire. Credo che praticare questa idea biblica di giustizia debba essere un obiettivo centrale nel nostro ministero. Richiede consapevolezza nelle nostre conversazioni, decisioni e azioni quotidiane, allineando il modo in cui trattiamo uomini, donne e bambini ai nostri valori.
Sensibilizzare intenzionalmente
La mia aspirazione è vivere come un abolizionista nel quotidiano, sensibilizzando intenzionalmente su questioni come la tratta di esseri umani, la pornografia e la sicurezza dei bambini in contesti quotidiani e familiari. Che si tratti di familiari, amici o conoscenti occasionali, discutere di questi argomenti è vantaggioso e semplice. Non ho bisogno di pianificare incontri formali; l'opportunità esiste nelle mie interazioni quotidiane.
Coinvolgere gli altri in una conversazione può passare da imbarazzante a profondamente intimo, e crea uno spazio sicuro per la vulnerabilità. Trovo che fattori comuni – come genitorialità, vita professionale, viaggi, religione, fede e politica – facilitino dialoghi più profondi, che spesso portano a discussioni sulla sicurezza, sulla violenza e sugli abusi dei bambini.
Incontri del 2024
Nel 2024 ho conversato con varie persone, tra cui un ex insegnante, una nonna, due madri, un'ostetrica, due ragazzi e il barista da cui prendo il cappuccino. Ho anche avuto l'opportunità di guardare "Nefarious: Merchant of Souls" con uno studente americano a Firenze. Ogni conversazione individuale è stata incredibilmente incoraggiante sia per me che per il mio team.
È straordinario il modo in cui Dio orchestra questi incontri! Ciascun individuo ha espresso interesse e preoccupazione per i pericoli che circondano i propri figli ed è stato grato per le informazioni condivise. Alcuni hanno coraggiosamente condiviso le loro esperienze difficili, permettendomi di pregare per loro, e spero che si siano avvicinati a Gesù attraverso le nostre interazioni.
Sempre pronta
Il mio approccio individuale è informale, non pianificato e talvolta imprevedibile, ma trovo che la preparazione personale abbia un valore inestimabile. I miei momenti quotidiani di preghiera di dieci minuti e la lettura continua di articoli inerenti a questo tema mi permettono di impegnarmi spontaneamente in conversazioni significative sulla sicurezza dei bambini, le relazioni, la famiglia, i valori spirituali, gli argomenti motivazionali, gli eventi attuali sulla tratta di esseri umani e altro ancora.
Ciò che apprezzo di più dei miei incontri con individui diversi in questi contesti quotidiani è il modo in cui riflettono la realtà della relazione di Dio con noi. Come ci ricorda la Scrittura: "In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" (Atti 17:28). Queste interazioni affermano l’unità che condividiamo nel cercare giustizia e compassione in un mondo che ha disperatamente bisogno di entrambe.
[Dina fa parte del team Anti Tratta]
Foto: Stockfoto